Una sensazione piacevole mi suscita trovare un pezzo del mio paese all'estero. Se in più, il pezzo in questione, è un pezzo da 90, la gioia raddoppia, triplica con la sua simpatia e si decuplica grazie alla performance "genio su carta" che ci ha offerto gentilmente.
Il pezzo, originario della Basilicata, ha incrociato la sua strada con la nostra in Montenegro, poco a sud di Budva, ed è dove la magia prende vita. Per la prima volta abbiamo potuto dare un po di sollievo alle nostre schiene, grazie alla magnifica ospitalità dei giovani proprietari del posto, abbiamo potuto dormire una lunga e comoda notte su degli pseudo materassi in riva al mare.
L'incredulità e l'euforia dell'aver trovato un riparo sicuro lasciano spazio al senso di pace che ci sveglia l'indomani e che ci accompagna lungo l'inizio del secondo atto del nostro viaggio. Dopo la nuotata mattutina e una veloce colazione ci apprestiamo a partire in vista dell'Albania quando uno degli amichevoli gestori chiama a gran voce : "Giuseppe, Giuseppe!".
Neanche il tempo di renderci conto che "Giuseppe" non fosse il più montenegrino dei nomi possibili, che ecco salire dalla spiaggia il famoso pezzo di cui parlavamo poco fa'.
Dopo una breve presentazione, egli, con spiccatissimo accento italiano, condivide con noi una serie sbalorditiva di informazioni, dal suo passato lavorativo ai suoi progetti futuri, dalla sua vita famigliare a quella pubblica, fino ad arrivare al tema centrale di cui tratta nel suo libro.
Scopriamo che da molti anni passa l'estate in Montenegro, che recentemente vi ci è trasferito e che è il posto "più bello del mondo".
"Ho girato sempre, sono stato ovunque, dal Venezuela all'Argentina, Europa, Asia ecc. Ho visto tutto, ma come il Montengro non c'è niente."
Giunge così autonomamente all'argomento a noi più caro e utile: quali sono i migliori posti da vedere.
Era fatta.
Così come fanno in molti quando realizzano di avere un pubblico, così anche Giuseppe era esaltato dalla possibilità di aiutare grazie alla sua esperienza e alla sua conoscenza.
Prese carta e penna inizia a stilare un elenco, da Nord a Sud, dei "must see" della nazione, consigliandoci di getto i luoghi che secondo lui erano assolutamente da visitare.
[ scannerizzato il foglio, magari lasciato anche un commento]
Riempito il foglio, certi che avrebbe potuto completare con facililtà un quaderno intero, ci saluta, augurandoci ogni meglio e, perchè no, magari anche di rincontrarlo in questo viaggio o in un altro.
Ad oggi quella è stata la migliore dimostrazione di quanto possa essere utile parlare con i locali. Farsi consigliare da loro quali posti meritino una visita e quali no. Le strade da prendere e quelle da evitare, cibi da assaggiare e ristoranti tipici da provare. Entrare in contatto con la conoscenza che solo uno del posto possiede.
Rinfrancati e pieni di entusiasmo mettiamo in moto il Gallo e partiamo in direzione Sud, sorpresi di quanto piccolo sia il mondo e di quanto sia azzeccato, mai come ora, Johnny Cash come colonna sonora.
Pietro
Il pezzo, originario della Basilicata, ha incrociato la sua strada con la nostra in Montenegro, poco a sud di Budva, ed è dove la magia prende vita. Per la prima volta abbiamo potuto dare un po di sollievo alle nostre schiene, grazie alla magnifica ospitalità dei giovani proprietari del posto, abbiamo potuto dormire una lunga e comoda notte su degli pseudo materassi in riva al mare.
L'incredulità e l'euforia dell'aver trovato un riparo sicuro lasciano spazio al senso di pace che ci sveglia l'indomani e che ci accompagna lungo l'inizio del secondo atto del nostro viaggio. Dopo la nuotata mattutina e una veloce colazione ci apprestiamo a partire in vista dell'Albania quando uno degli amichevoli gestori chiama a gran voce : "Giuseppe, Giuseppe!".
Neanche il tempo di renderci conto che "Giuseppe" non fosse il più montenegrino dei nomi possibili, che ecco salire dalla spiaggia il famoso pezzo di cui parlavamo poco fa'.
Dopo una breve presentazione, egli, con spiccatissimo accento italiano, condivide con noi una serie sbalorditiva di informazioni, dal suo passato lavorativo ai suoi progetti futuri, dalla sua vita famigliare a quella pubblica, fino ad arrivare al tema centrale di cui tratta nel suo libro.
Scopriamo che da molti anni passa l'estate in Montenegro, che recentemente vi ci è trasferito e che è il posto "più bello del mondo".
"Ho girato sempre, sono stato ovunque, dal Venezuela all'Argentina, Europa, Asia ecc. Ho visto tutto, ma come il Montengro non c'è niente."
Giunge così autonomamente all'argomento a noi più caro e utile: quali sono i migliori posti da vedere.
Era fatta.
Così come fanno in molti quando realizzano di avere un pubblico, così anche Giuseppe era esaltato dalla possibilità di aiutare grazie alla sua esperienza e alla sua conoscenza.
Prese carta e penna inizia a stilare un elenco, da Nord a Sud, dei "must see" della nazione, consigliandoci di getto i luoghi che secondo lui erano assolutamente da visitare.
[ scannerizzato il foglio, magari lasciato anche un commento]
Riempito il foglio, certi che avrebbe potuto completare con facililtà un quaderno intero, ci saluta, augurandoci ogni meglio e, perchè no, magari anche di rincontrarlo in questo viaggio o in un altro.
Ad oggi quella è stata la migliore dimostrazione di quanto possa essere utile parlare con i locali. Farsi consigliare da loro quali posti meritino una visita e quali no. Le strade da prendere e quelle da evitare, cibi da assaggiare e ristoranti tipici da provare. Entrare in contatto con la conoscenza che solo uno del posto possiede.
Rinfrancati e pieni di entusiasmo mettiamo in moto il Gallo e partiamo in direzione Sud, sorpresi di quanto piccolo sia il mondo e di quanto sia azzeccato, mai come ora, Johnny Cash come colonna sonora.
Pietro